Dopo quasi vent’anni, ritorno a una delle mie radici geografiche: Lamezia Terme. Sul perché di questa scelta ho già scritto ma, riassumendo, è per il suono delle rondini. Poi, per chi non è di zona, consiglio di guardare la foto sotto: è il panorama che un qualsiasi cittadino di Lamezia può guardare, in un giorno della settimana qualunque… ulteriore spiegazione, sulla mia volontà di ritornare ad essere un lametino medio 🙂
Infatti, ancora non lo sono completamente (ecco perché il “quasi” nel titolo), solo perché abito qui da qualche mese e Lamezia merita molto più rispetto, per la quantità di bellezza che ci regala gratuitamente.
Ecce Lamezia
Invece, qualcuno che abita qui da anni, o da sempre, sembra non porsi la questione del rispetto verso Lamezia. Mi riferisco, in particolare, alla classe politica ma, in generale, il riferimento va a tutte le persone che ti guardano con faccia basita, quando gli racconti che coscientemente sei ritornato nel lametino: “davèruuuh?” è l’esclamazione più gettonata… Contro-domanda a lor signori: ma veramente pensate che una comunità possa crescere, se chi ne fa parte la schifa tutti i santi giorni? Capisco che noi italiani, tutti, abbiamo l’autorazzismo nel dna in quanto colonizzati da secoli, però, riportato nel locale, questo problema diventa enorme. Se vuoi renderti conto della misura del problema, guarda un po’ questo dato:
Gran bel record, no? Tra l’altro, per me è stata la prima volta, da adulto, che mi sono ritrovato a vivere in un comune commissariato e ti posso assicurare che non è un bello spettacolo. Vedere i bambini che non possono usufruire dei servizi più elementari, come uno spazio pubblico dove poter eseguire un saggio, o un servizio mensa coordinato con le attività didattiche, è straziante. Senza contare il fatto che Lamezia ha un’economia potenzialmente importante e un patrimonio culturale a rischio, nonostante il frizzante associazionismo locale: situazione che, con un commissariamento durato circa due anni e mezzo, è solo peggiorata. Durante tutto questo periodo qual è stata la presa di coscienza della classe politica lametina? Il nulla, a parte piccole battaglie per coltivare il proprio orticello elettorale (se hai dati diversi, ti prego di smentirmi nei commenti).
L’imbarazzante teatrino della politica lametina
Pochi, o adirittura inesistenti per alcune formazioni politiche, gli stimoli sul dibattito democratico, durante questi anni di commissariamento. Ci si è limitati a qualche incontro tra interni del partito di turno e a sporadici eventi con la cittadinanza. Poi, esattamente nell’ultima settimana di settembre, è arrivata la sveglia: il 10 novembre si vota… panico!
Da quel momento in poi, il vuoto nel dibattito democratico è stato riempito da un indecoroso dibattito oligarchico, con la messa in scena di un vero e proprio “accanimento terapeutico” sul nome da poter esporre. Nessun lametino è riuscito a capire perché si litigassero, o quali fossero le motivazioni politiche per cui una nomina andava bene e un’altra no. E poi la selezione dei candidati nelle liste: eslcusi i soliti noti della politica locale, la selezione è avvenuta a caso, con richieste di candidatura fatte ad illustri sconosciuti. Un discorso a parte, infine, meriterebbe il giornalismo locale: così come per quello nazionale, ha fatto semplicemente da cassa di risonanza del politicante di turno. Tutte le testate si sono trasformate in portavoce dei politici, pubblicando i loro pizzini senza alcuna critica nel merito: una vergogna.
Ora, la mia domanda è: come è possibile che tutta questa situazione sia reale? Non mi esprimo sulla tempistica imposta dal Consiglio di Stato per queste elezioni, perché non ho i riferimenti giuridici per riuscire a sviscerarla. Però mi esprimo sulla classe politica: possibile che, in questi due anni e mezzo, non siate riusciti a sviluppare un dibattito democratico per preparare la cittadinanza al voto? Perché questa inutilità?
Informazioni utili per il voto
Io, negli anni, ho imparato una cosa: quando qualcosa non serve a niente, significa che serve a qualcos’altro. L’incoscienza di consegnare l’intera comunità lametina alla logica dell’emergenza, significa che coscientemente la si vuole sottrarre alla logica della riflessione politica: l’unica in grado di poter far progredire una collettività, perché la mette in condizione di ragionare criticamente. Il “fate presto” serve solo a fare il gioco di una minoranza organizzata, così da rendere la maggioranza manipolabile.
Ad oggi, non sono riuscito a trovare risposta a domande banali come: qual è il bilancio della gestione commissariale? Quali sono le urgenze del comune, non dico nei primi 100 giorni, ma nel primo anno di incarico del nuovo sindaco? Altrettanto difficile è stato reperire i programmi elettorali dei candidati, sparsi qua e là nelle testate online. Comunque, questo bel caos democratico ha prodotto sei candidati a sindaco e di seguito riporto tutte le informazioni utili, che sono riuscito a reperire online:
- i programmi dei 6 candidati, in pillole;
- il programma elettorale di Rosario Piccioni (non più disponibile online);
- per Massimo Cristiano non ho trovato nessun documento ufficiale online, ma solo questo articolo;
- per Silvio Zizza e gli amici del M5S (amanti della trasparenza online) non ho trovato nessun documento ufficiale, ma solo questa sezione del loro blog;
- per Ruggero Pegna non ho trovato nessun documento ufficiale online, ma solo articoli sparsi online;
- per Eugenio Guarascio non ho trovato nessun documento ufficiale, ma solo articoli sparsi online;
- per Paolo Mascaro non ho trovato nessun documento ufficiale online, ma solo articoli sparsi online.
E di seguito, una playlist con tutte le interviste ai singoli candidati.
Solo una chiosa: io, purtroppo, in questa tornata elettorale non potrò votare, perché ancora devo trasferire qui la mia residenza. Mi riprometto di arrivare molto più preparato alle prossime elezioni e di stimolare, per ciò che potrò, il dibattito democratico lametino. Anche perché sono convinto che il pesce puzzi sempre dalla testa e che esistono lametini più in gamba di questa élite. Buon voto, qualunque sia la tua opinione…
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