Visitato domenica 27 gennaio, insieme ai nostri cari amici Max&Mary. Il Palazzo Merulana ha aperto da pochi anni (nel 2017, per l’esattezza) e non c’ero mai stato. Nato da una proficua collaborazione tra pubblico e privato che, va ricordato, quando collaborano fanno le cose fatte bene, questo spazio espositivo è sorto dalle ceneri dell’ex Ufficio d’Igiene di Roma, luogo incredibilmente abbandonato.
Lo ha rilevato la Fondazione Elena e Claudio Cerasi, creando un luogo veramente rilassante: d’altronde, i Cerasi sono una famiglia di costruttori di lungo corso, che hanno realizzato architetture iconiche degli ultimi anni come: il Maxxi di Zaha Hadid, il Teatro dell’Opera di Firenze di ABDR e l’Agenzia Spaziale Italiana dei 5+1AA, giusto per citarne alcune… La collezione, ivi contenuta, è esattamente una parte della collezione privata dei Cerasi: e che collezione! In pratica, si tratta di una selezione della pittura del ‘900 italiano (nello specifico, della scena romana di Via Cavour e di Piazza del Popolo) più qualcosa di contemporaneo. Non mi ha affascinato tutto e, oltre quelle che già conoscevo, di seguito indico le opere che mi hanno interessato di più:
- Antonio Donghi, “Gita in barca”, 1934;
- Giacomo Balla, “Primo Carnera” (lato 1) e “Vaprofumo” (lato 2), 1933;
- Jan Fabre, “L’uomo che dirige le stelle”, 2015 (capolavoro!);
- Duilio Cambelotti, “Erma per fontana”, 1920;
- Ferruccio Ferrazzi, “Apparizione, la tavola dell’amore”, 1928;
- Franco Gentile, “Composizione con figure”, 1935-1945;
- Scipione, “Ritratto di Sara”, 1927;
- Felice Casorati, “Lo Studio”, 1934;
- Anotnietta Raphaël, “Simona con il pettine”, 1935-1948;
- Mario Ceroli, “Caio Mario”, 1982;
- Tano Festa, “Frammento michelangiolesco”, 1966;
- Paolo Gandolfi, “Non essere visti”, 1993;
- Matteo Pugliese, “La spinta”, 2015 (wow!).
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