Per la rassegna #LaCosaPubblica, prendiamoci una bella pausa riflessiva, ragionando sul Freedom Of Information Act (o FOIA, per gli amici). Pronti… partenza… via!
Concetti chiave
Breve storia del FOIA, in Italia. Tutto nasce dall’esperienza statunitense, già dal 1967. Noi italiani ci avviciniamo, timidamente, nel 1990 con la legge 241 che introduce il diritto di accesso documentale solo per chi abbia un “interesse concreto” rispetto al contenuto degli atti. Con il dlgs 33 del 2013 abbiamo introdotto l’accesso civico semplice, cioè delle informazioni che ogni PA deve pubblicare sul proprio sito web, tassativamente. Ma la vera svolta arriva con il dlgs 97 del 2016, che consente a chiunque di accedere agli atti, senza dover dimostrare l’esistenza di un interesse attuale e concreto, né di motivare la propria richiesta.
Il FOIA dovrebbe riguardarci tutti e tutte. E invece sembra riguardare solo il giornalismo, o l’associazionismo… come già chiarito, non si può affidare la trasparenza esclusivamente a giornalisti, o a portatori di interessi qualsiasi.
Il FOIA, per sua natura, comprende delle limitazioni che, però, non sono un freno ai fini della trasparenza. Escludendo il segreto di Stato e i legittimi interessi (che, in quanto tali, vanno tutelati), rimane una vera e propria prateria di ambiti per cui richiedere accesso: teniamolo presente!
Link utili
Come al solito, il mio consiglio è di studiare: qui trovi un doc con vari link utili, che approfondiscono la questione meglio di come possa fare io. Enjoy 😉
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