Visitati rispettivamente il 21 marzo (Orangerie e Orsay) e il 22 marzo (Louvre), grazie ad un casuale soggiorno parigino. Purtroppo, non avendo potuto scrivere niente fin’ora, mi appunto giusto qualche nota che avevo preso all’epoca.
Museo dell’Orangerie
Il primo museo che visitai, fu il Museo dell’Orangerie (ma comprai un unico biglietto, che comprendeva anche quello d’Orsay, con cui visitai tutti e due nello stesso giorno) e non vedevo l’ora: è il tempio dell’impressionismo, che su di me ha avuto un’enorme influenza e poi, contiene una delle opere più importanti di quel periodo, le “Ninfee” di Claude Monet, considerata la “Cappella Sistina dell’impressionismo”… Capolavoro! Non posso aggiungere altro, se non questo:
Il museo è snello ed elegante, con gli spazi espositivi ben illuminati e curati. Al momento della mia visita ospitava due mostre: una sull’artista visiva Ann Veronica Janssens (molto interessante) e l’altra sul movimento espressionista tedesco “Der Blaue Reiter”, che già conoscevo. Poi c’era una mostra permanente su vari pittori dell’impressionismo francese, di cui non ricordavo:
Museo d’Orsay
Subito dopo visitai il Museo d’Orsay: tra le strutture museali più belle che abbia mai visto! Che architettura! Installato in una vecchia stazione parigina (la stazione Orsay, appunto, costruita per l’Esposizione Universale francese del 1900), presenta degli spazi fantastici non solo dal punto di vista strutturale, ma anche sotto il profilo della luce e del “respiro” che riescono ad avere le opere esposte. Il museo ha una ricca collezione permanente, fatta sopratutto da quadri e sculture, con qualche cosa di gioielleria. Quando lo visitati io, c’erano in corso anche due mostre temporanee: una, sul “Talismano” di Sérusier e su tutto l’humus che l’ha prodotto e l’altra, sul correlato movimento artistico dei Nabis che non conoscevo e devo scrivere che mi ha interessato, perché ha anticipato di qualche anno l’astrattismo, altra corrente pittorica a cui sono molto legato. Di seguito indico le opere che mi hanno colpito, in ordine sparso:
- “Femme piquée par un serpent”, Auguste Clésinger (capolavoro!);
- “Le Désespoir” di Jean-Joseph Perraud;
- “Ugolin” di Jean-Baptiste Carpeaux;
- “Arabe d’el Aghouat en burnous” di Charles Cordier (wow!);
- “Pèlerins allant à La Mecque”, Léon Belly;
- “Café à Adalia (Turquie d’Asie)” Charles Émile de Tournemine;
- “Labourage nivernais, dit aussi Le Sombrage” di Rosa Bonheur;
- “La Vierge adorant l’hostie” di Jean Auguste Dominique Ingres;
- “La Jeunesse et l’Amour” di William Bouguereau;
- “Au lit” di Edouard Vuillard;
- “Le jardin hivernal au paon” di Edouard Vuillard;
- “Couchant, bord de rivière” di Pierre Bonnard;
- “Marine bleue, effet de vagues” di Georges Lacombe;
- “Le paysage nabique dit aussi Le Nabi”, Paul-Élie Ranson;
- “Tétraèdres”, Paul Sérusier;
- “Aurore”, Denys Puech;
- “Raboteurs de parquet”, Gustave Caillebotte;
- “Le démolisseur”, Paul Signac.
Louvre
Il giorno dopo, 22 marzo 2019, visitai il Louvre che considero, insieme ai Musei Vaticani, il British e il Metropolitan Museum, uno dei pesi massimi mondiali per le strutture museali di arte tout court (cioè, intesa non solo come pittura). Esplorando il Louvre mi resi conto immediatamente di due cose: uno, che è veramente ENORME; due, che la Francia ha colonizzato tantissimo (a tal proposito, ricordo che un caro amico mi suggerì di visitare il Musée du quai Branly – Jacques Chirac dove, mi disse, ci sono manufatti da tuttotuttotutto il mondo: purtroppo non ci riuscii, ma mi prometto di riprovarci). Proprio perché enorme, ti consiglio di pianificare prima quali collezioni visitare e di non farti prendere la mano dalla curiosità (come io, ahimè, ho fatto). Infatti, programmai di visitare quattro collezioni tutte dedicate all’arte antichissima (quella Avanti Cristo, per intenderci, tra Mesopotamia e dintorni), perché volevo assaporare dal vivo tutte le opere che avevo visto solo nei libri ma, alla fine, ne visitai altre due: quella sulla pittura fiamminga e quella sulla pittura italiana… un’ammazzata! Prima di indicare le opere che mi hanno colpito, ho solo un appunto da fare: le sale della pittura, per quello che ho visto, sono dei bazaar. Hanno ammassato troppi quadri! Ci sono alcune sale dove, per poterne ammirare uno, dovresti avere la scala… perché? Di seguito indico le opere che mi hanno colpito, in ordine sparso:
- Tori androcefali;
- Globo celeste;
- “La descente de croix”, Maître du Retable de Saint Barthélémy;
- “Le changeur et sa femme”, Quentin Metsys (quadro iconico, che già consoscevo ma di cui non sapevo l’autore);
- “Les Collecteurs d’impôt”, Marinus van Reymerswaele (idem precedente);
- “Portrait de Nicolas Kratzer”, Hans Holbein le Jeune;
- “L’astronome”, Johannes Vermeer (capolavoro!);
- “San Matthieu et l’Ange”, Rembrandt;
- “Le Boeuf écorché”, Rembrandt (wow! Era da tanto che volevo vedere questo quadro);
- “Le Bouffon au luth”, Frans Hals;
- “L’adoration des bergers”, Jacob Jordaens;
- “San Pietro”, Lippo Memmi;
- “Il Beato Ranieri libera i poveri dalla prigione di Firenze”, Sassetti;
- “La Vergine col Bambino in maestà, circondata da sei angeli”, Cimabue (wow!);
- “La Natività”, Fra Diamante;
- “Ritratto di vecchio con nipote”, Ghirlandaio (wow! Era da tanto che volevo vedere questo quadro);
- “La Vergine col Bambino circondata da San Giovanni Battista, Santa Maria Maddalena, San Giorgio, San Pietro e un donatore”, Giovanni Bellini;
- “La crocifissione”, Andrea Mantegna (wow! Io adoro Mantegna ed era da tanto che volevo vedere questo quadro);
- “La Vergine e il Bambino, tra San Giovanni-Battista e Santa Caterina di Alessandria”, Perugino;
- “Ritratto di Baldassare Castiglione”, Raffaello (wow!);
- “La visitazione”, Sebastiano del Piombo;
- “Il combattimento tra Davide e Golia”, Daniele da Volterra (wow!);
- “Davide con la testa di Golia”, Guido Reni;
- “Concerto”, Lionello Spada;
- “Il filosofo con gli occhiali”, Luca Giordano;
- “Il palazzo dei dogi di Venezia visto dal bacino di San Marco”, Francesco Guardi;
- “Santa Prassede”, Simone Pignoni;
- “Il martirio di San Sebastiano”, Biagio Manzoni (wow!).
Lascia un commento