In hotel, lavorando…
Immagini si sovrappongono…
senza fonte…
nette si staccano,
in un invernale meriggio romano,
le sagome dall’orizzonte.
Tetti, cupole e stormi,
stanno, indifferenti, danzando
tra le esili antenne:
piccoli totem che, tecnologicamente,
la materia invisibile vanno catturando.
I contorni delle loro forme, esattamente
contrastano
con la natura transitoria del pomeriggio
e coincidono
con il caldo conforto del passaggio.
La dolce sicurezza del divenire:
l’UNICA,
tra l’apparente certezza del mattino
e l’apparente incertezza della notte.
***
Scritta il 25 novembre 2012, in uno dei rari momenti in cui avevo poco da fare a lavoro. Il senso di questo componimento, lo ha racchiuso meglio di me Nanni Moretti, in Caro Diario, quando dice: “Caro Diario, sono felice solo in mare, nel tragitto tra un’isola che ho appena lasciato e un’altra che devo ancora raggiungere”.
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