Una piccola cassetta degli attrezzi per le #ElezioniPolitiche2018 e per chi, come me, nonostante tutto vuole andare a votare e soprattutto, come me, va a votare nonostante questa sinistra fuori dalla realtà e che non lo/la rappresenta (per tutti i luogocomunisti per cui “destra e sinistra sono uguali”, fatevi un ripassino qui).
Finalmente è giunta alla fine questa tremenda, pietosa, vomitevole, campagna elettorale. A futura memoria inserisco un’immagine degli argomenti che hanno monopolizzato il dibattito, per far capire il livello. È tratta dagli amici di Change.org, la società che gestisce le “rivoluzioni da tastiera”, fondata nel paradiso fiscale del Delware in USA.
Da questa lista manca solo l’altro “non-tema” che penso abbia prevalso su tutti gli altri: l’anti-fascismo peloso della sinistra sui fatti di Macerata, che ha portato addirittura a varie manifestazioni in tutta Italia. Ma, come se non bastasse, queste elezioni verranno ricordate anche per un altro fatto: la comparsa per la prima volta della propaganda “troll” che, caso strano, era ad uso PD, o comunque dell’ala europeista. Cominciarono, addirittura, da agosto 2017:
E ci hanno riprovato fino a fine dicembre 2017:
“Twitter, l’esercito dei falsi terremotati che celebrano il rientro nelle case. Svelato il fake, gli account cancellati in blocco” (Il Fatto Quotidiano, 30 dic. 2017).
Fino al punto di creare troll per non votare… senza vergogna:
ATTENZIONE!
SON PARTITI I TROLL PER IL NON VOTO!
Vogliono scoraggiare l’elettorato NoEuro per tenerli a casa; hanno una paura fottuta.
Bloccare! Bloccare immediatamente!
Cc. @borghi_claudio @rubino7004 @BottaAdv @fdragoni @braveheartmmt pic.twitter.com/E7OxW81jjk— Dart F€n€UR (@lamorteneuro) 30 gennaio 2018
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Spazzatura e, come puoi notare, molta demagogia sui diritti civili: scarsissima l’attenzione su quelli economici. Manca, infatti, completamente l’unico tema portante che interessa chi, come me e la stragrande maggioranza degli italiani, vive di lavoro stipendiato: la tutela della dignità del salario e quindi del lavoro. Tema su cui la sinistra poteva essere fortissima e invece, addirittura, ha finito per regalarlo alla estrema destra. Inserisco un tweet che esemplifica più di mille parole:
Mentre le anime belle della sinistra inaugurano i loro bei partiti nei salotti, ecco a chi stanno andando in mano le battaglie teoricamente di sinistra… #SinistraDoveSei??? https://t.co/VXKSfhen50
— Mariano Belmonte (@Marian0Belm0nte) 13 dicembre 2017
Ma ciò che mi preme più di tutto è chiarire due punti che, tranne PCI, Lega e Casapound (sigh!) trovano concordi tutti i partiti, ad ogni latitudine: il debito pubblico insostenibile e la corruzione. Pongo attenzione proprio a questi due temi perché, a mio avviso, sono il punto di partenza da cui poter ricostruire una sinistra credibile che abbia a cuore la redistribuzione del reddito. Partiamo dal primo punto: il debito pubblico non è e non è mai stato il problema ma, semmai, la soluzione. È facendo più debito che possiamo uscire da questa situazione di salari stagnanti e scarsità del lavoro. Ci sarebbe da scrivere tanto su questo argomento, ma mi limito a segnalare questi cinque post di cui consiglio, soprattutto, la lettura dei link contenuti:
- … e la dinamica del debito;
- Maastricht e l’aritmetica del debito pubblico;
- Emiliano e e l’aritmetica del debito pubblico;
- Una cortese risposta (lo spiaggiamento della classe media);
- Sul mito del contenimento del debito pubblico e della Banca Centrale indipendente;
- Il furto del debito pubblico (inserito il 01/10/2018: fondamentale per capire la dinamica “finanziaria” del debito);
- Stato feat. Mercato.
Sempre sul debito va segnalato che, in relazione all’euro, siamo l’unico paese a non aver mai sforato il famoso limite del 3% del rapporto debito/PIL, eppure ci sfracassano gli ellissoidi dalla BCE, ogni qualvolta facciamo richiesta di sforarlo per motivi di sacrosanta spesa pubblica. Anche in questo caso, ci sarebbe da scrivere tanto, ma mi limito a postare un video semplice-semplice:
Dulcis in fundo, la corruzione. Una semplice affermazione: in Italia non siamo più corrotti degli altri. Punto. Credimi, bisognerebbe urlarla per tutte le strade questa banalità, ma purtroppo viviamo in un clima di informazione che ci bombarda su quanto siamo delle m***e ed è difficile da credere. Tutti riportano il famoso indice di Transparency International che ci vede messi male nella classifica, ma pochi dicono che si tratta della corruzione “percepita”. Se invece volessimo prendere in considerazione enti più seri, tipo Tax Justice Network, ecco che la situazione magicamente si capovolge:
Tax Justice Network stima che la Svizzera è il paese più corrotto al mondo per la facilità con cui consente il riciclaggio di denaro sporco. L’Italia? È 41esima. Sono più corrotte Germania, Francia e UK. Diteglielo ai falsari anti-Italiani. pic.twitter.com/Kwl7XgsXbJ
— Cesare Sacchetti (@CesareSacchetti) 5 febbraio 2018
Ripetiamo insieme: in Italia non siamo più corrotti degli altri! In Italia non siamo più corrotti degli altri! Italia non siamo più corrotti degli altri! Italia non siamo più corrotti degli altri! Italia non siamo più corrotti degli altri! Italia non siamo più corrotti degli altri! Italia non siamo più corrotti degli altri! Italia non siamo più corrotti degli altri! Ora, chiunque voglia votare a sinistra, può farsi un’idea di quale sia il punto di partenza.
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Chiudo con alcuni link utili, per un voto consapevole:
- scopri chi sono i candidati nel tuo collegio;
- scopri gli interessi economici dei tuoi candidati;
- elenco di tutti i programmi elettorali.
Buon voto, qualunque sia la tua opinione…
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