Sembra che Kalecki raccontasse la storiella di un suo collega chiamato negli anni Trenta da un potente militare, membro della giunta che governava la Polonia, a spiegargli come funzionasse l’economia: “In un poverissimo paesino – narrò il collega – i cui abitanti tiravano a stento avanti, un giorno arriva un ricco ebreo che si rivolge alla locanda, offrendosi di pagare l’alloggio anticipatamente, lasciando in custodia all’albergatore una banconota da 100 dollari. L’ebreo se ne parte però, inaspettatamente, la mattina successiva all’alba, lasciando la banconota all’albergatore.
Sergio Cesaratto
Attesi un po’ di giorni, l’albergatore conclude che il ricco ebreo non avrebbe fatto ritorno e decide di utilizzare la banconota per riempire un po’ la dispensa della locanda, rivolgendosi al locale emporio. Il titolare dell’emporio consegna la banconota alla moglie per custodirla. La donna ne approfitta, però, per ordinare un abito alla sarta la quale, a sua volta, riesce così a pagare l’affitto. Il padrone di casa, una volta ricevuto l’affitto, ne approfitta per pagarsi i favori dalla bocca di rosa locale, la quale presta i suoi servizi nella locanda presso cui affitta una stanza.
La banconota torna così all’albergatore. Tutti nel paesino sono più felici. Nel frattempo, il ricco ebreo fa ritorno e l’albergatore, tirando un sospiro di sollievo, gli rende la banconota. L’ebreo la prende e, davanti al costernato locandiere, ci si accende un sigaro. “Tanto era falsa” spiegò…
Racconto tratto da “Sei lezioni di economia”, Sergio Cesaratto (Imprimatur, 2016), quarta lezione cap. 3. Una storia edificante che, oltre a ricordarci che lo studio dell’economia è bello, ci conferma che il nostro patto sociale si basa su un mistero e che, rispettandoli, l’umanità migliora.
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