C’è ancora domani

Visto al cinema Space di Lamezia Terme, il 2dic23. La prima prova alla regia di Paola Cortellesi, ha superato di gran lunga le aspettative, in termini commerciali, mentre le ha semplicemente mantenute, in termini estetici.

Sull’interesse (e relativo successo) che il film ha suscitato, penso che abbia giocato un ruolo importante l’ennesimo, brutto, incommentabile, episodio di femminicidio: mi riferisco al caso di Giulia Cecchettin. Non entro nel merito della questione, perché la ritengo estremamente seria, ma mi limito solo a scrivere che io, nei panni del padre, avrei reagito sicuramente allo stesso modo!

Invece, per ciò che concerne l’estetica del film, ci sono luci e ombre, su cui mi appunto giusto qualche suggestione qui di seguito…

  • COSA MI È PIACIUTO: i movimenti della macchina da presa; la fotografia in stile “cinema dei telefoni bianchi”; la scelta di non enfatizzare la violenza, nonostante sia una tematica centrale; la funzione essenziale della colonna sonora, che rilegge il rimando al passato con gli occhi del presente; l’emozione che genera, forte e netta. Scrivendola in parole povere, mi è piaciuta la sua regia dal tocco “femminile”: ancora non siamo all’altezza di un “Lazzaro felice” della Rohrwacher, o di un “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante, però è molto, molto promettente.
  • COSA NON MI È PIACIUTO: la sceneggiatura. Esageratamente forzata, in tanti punti, pur di mantenere il filo conduttore femminista. Un esempio su tutti è il personaggio del soldato afroamericano: troppo inverosimile, per il ruolo centrale che riveste nello svolgimento della trama! Peccato, per un film girato così bene.

Insomma, la Cortellesi ci regala un film garbato e misurato, che si pone perfettamente in linea con la sua carriera televisiva e da attrice (la sua comicità e la sua recitazione, sono sempre state così). Ci sono tutte le premesse, affinché superi sé stessa con il prossimo film.


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