Per la rassegna #PoliticaMente, dopo aver smontato qualche falso mito sul sistema scolastico italiano, scrivo su un tema ben più serio: il rapporto tra la scuola e la crescita socio-economica delle persone meno abbienti. Un tema che ci riguarda tuttǝ da vicino.
Concetti chiave
Un’istruzione equa è il primo strumento di giustizia sociale. Come già scritto nel post sulla fenomenologia mafiosa, la scuola, se non tutelata, è il primo luogo dove si annida l’ingiustizia, ergo una mancata redistribuzione del reddito. I dati dimostrano come uno dei fattori principali di disuguaglianza sia l’accesso all’istruzione. Si tratta infatti di un aspetto che più di altri tende a rendere maggiormente ereditaria la condizione socio-economica di partenza.
Povertà educativa e povertà economica si alimentano a vicenda. Per ridurre le disuguaglianze sociali serve intervenire su quelle educative. Oggi chi nasce in famiglie con basso titolo di studio è più probabile che abbandoni. Ciò significa non poter migliorare la propria condizione: un livello di istruzione più basso si associa a una minore occupabilità.
Lo scopo della scuola è liberare il tuo talento con la cultura, non educare la tua abilità per un lavoro! Una banalità talmente grande, che non c’è bisogno di aggiungere nulla. Tra l’altro, c’è chi lo ha chiarito meglio di me: cerca su youtube “barbero scuola lavoro” e in*****ti…
Link utili
Come al solito, il mio consiglio è di studiare: qui trovi un doc con vari link utili, che approfondiscono la questione meglio di come possa fare io. Enjoy 😉
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