Web, AI e Stato di Diritto

Per la rassegna #FeudalesimoDigitale, un contenuto fresco-fresco su un tema caldo-caldo: il rapporto tra web, intelligenza artificiale (IA, o AI in inglese) e stato di diritto. Scopriamo insieme, il lato birichino della faccenda…

Concetti chiave

Chi insegna, al Web e all’IA, ciò che sanno? La risposta è ovvia: noi esseri umani, con la nostra perenne attività digitale. Attività che svolgiamo in due modi: uno volontario, di solito svolto da professionistǝ, alimentando con intenzione (dati + algoritmi) le macchine e la rete; uno involontario, di solito svolto da persone comuni, alimentando casualmente (solo dati) ma massiciamente, le macchine e la rete.

Il punto cruciale si trova nell’interazione tra i dati e gli algoritmi. Non mi soffermo sui dati, che puoi approfondire in autonomia, mentre ritengo utile uno spunto sugli algoritmi: un algoritmo è semplicemente lo schema logico-funzionale di un qualsiasi software. La questione, però, si complica con il web e l’IA, perché ci sono algoritmi che richiamano altri algoritmi. La complessità viene generata dal fatto che, spesso, non si riesce a sapere perché, a partire da determinati dati di ingresso (input), si ottengono alcuni risultati (output) e non altri. Ed è qui che entrano in gioco i dati…

NB: arrivano prima i dati e solo dopo gli algoritmi. Eh sì: il fatto è che l’output dipende largamente dall’input. Una qualsiasi macchina, per essere addestrata e per far funzionare sempre meglio gli algoritmi, ha bisogno di dati: infiniti dati! Il problema, però, è che i dataset con cui vengono alimentate le macchine, sono pieni zeppi di bias. Bias non solo statistici, ma anche sistemici e umani.

I pregiudizi cognitivi dei dataset, determinano l’inumanità del web e dell’IA. Un dettaglio su cui si ragiona poco: tutti questi strumenti non sono affatto neutri. Anzi, possiamo tranquillamente affermare che NESSUNA creazione umana, dalla più piccola alla più grande, sia neutra. Quindi, le azioni al limite dell’umanità compiute dalle macchine, sono determinate dai dati che gli vengono dati in pasto e qui arriviamo al punto: quale è la trasparenza sui dati che vengono inseriti? Diretta conseguenza della trasparenza è la privacy.

Pertanto, nella privacy si trova il nocciolo della questione etica. Come visto più e più volte, la protezione dei dati è soprattutto gestione della trasparenza. Ed è nella privacy che si annidano le maggiori questioni etiche: dai dati sanitari, ai dati scolastici dei nostri figli, fino al trattamento subìto da questi dati che, ahinoi, sono in mano ad aziende private. Dati che determinano nella sostanza il nostro Stato di diritto, vista l’invasività della tecnologia, eccetera e non mi dilungo ulteriormente. Mi limito a scrivere che l’IA e il web sono strumenti migliorativi per l’umanità, ma a una sola condizione: che siano più umani.

Link utili

Come al solito, il mio consiglio è di studiare: qui trovi un doc con vari link utili, che approfondiscono la questione meglio di come possa fare io. Enjoy 😉

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *