Raccolta di dieci poesie – n.8

Per la rassegna #Cantami_o_Diva, dieci poesie che penso valga la pena leggere almeno una volta nella vita:

Eugenio Montale – I limoni

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall’azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d’intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta
il tedio dell’inverno sulle case,
la luce si fa avara – amara l’anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d’oro della solarità.

Tutte le poesie (Mondadori, 2018)

Stefano Benni – Senza titolo

La fame del soldato
si mescolava
col dubbio del bancario
pesce o salsiccia?
Si scontravano
come eroi greci i vassoi
con coltelli e forchette
per terra rotolavano
le armi fatali
Lunga è la fila
verso la felicità
lentamente e con dolore
verso la risata
di scherno della cassa
In fretta ingoiando
facce e sapori
tu eri insieme
golosa e bellissima
Poi tutti se ne andarono
lasciando macerie
e orrore di cadaveri
di polli nostrani
e colorati Matisse
e delicati Mirò
di pane e sugo e piselli
Tu tornavi al lavoro
io alla mia scrivania
coi nostri pochi soldi
la nostra poca fame
col nostro frettoloso amore
Il soldato ti guardava
con desiderio
il bancario guardava
con desiderio il soldato
Il pesce ci guardava
dignitoso da un piatto
ci salutò un po’ deluso
perché nessuno
l’aveva voluto
Ti ricordi?
 
Prima o poi l’amore arriva (Feltrinelli, 2002)

Grace Paley – Anti-love poem

Sometimes you don’t want to love the person you love
you turn your face away from the face
whose eyes lips might make you give up anger
forget insult steal sadness of not wanting
to love turn away then turn awayat breakfast
in the evening don’t lift your eyes from the paper
to see that face in all its seriousness a
sweetness of concentration he holds his book
in his hand the hardknuckled winter wood-
scarred fingers turn awaythat’s all you can
do old as you are to save yourselffrom love

Fedeltà (Minimum Fax, 2011)

Marco Corsi – Senza titolo

ho visto la morte diverse volte
e quasi mai era violenta, eccetto forse
nel caso di piccoli ricci, o tassi, oppure
rospi di media e grossa taglia. allora
mi chiedo, cuore mio, perché ancora
ti spauri dinanzi alla fine naturale
delle cose, perché non ti rassegni
a chiudere gli occhi insieme
alle persone care, perché mai
ti tradisci gonfiando d’aria
l’impressione di non aver più,
non aver mai, non aver sempre?

La materia dei giorni (Manni, 2021)

Milo De Angelis – Senza titolo

I treni della Certosa restavano lì,
spirituali. Poveri cristi invocavano
qualcosa, forse un dio
delle rotaie, Mariarosa, un aranceto,
un miracolo davvero
segreto univa migliaia di orologi
al fiore delle origini.

Tutte le poesie (1969-2015), Mondadori, 2017

Guillaume Apollinaire – Le pont Mirabeau

Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Et nos amours
Faut-il qu’il m’en souvienne
La joie venait toujours après la peine
Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure
Les mains dans les mains restons face à face
Tandis que sous
Le pont de nos bras passe
Des éternels regards l’onde si lasse
Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure
L’amour s’en va comme cette eau courante
L’amour s’en va
Comme la vie est lente
Et comme l’Espérance est violente
Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure
Passent les jours et passent les semaines
Ni temps passait
Ni les amours reviennent
Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

Il musicante di Saint-Merry (Einaudi, 1981)

Eugenio Montale – Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

Ossi di seppia (Mondadori, 2016)

William B. Yeats – When you are old

When you are old and grey and full of sleep,
And nodding by the fire, take down this book,
And slowly read, and dream of the soft look
Your eyes had once, and of their shadows deep;

How many loved your moments of glad grace,
And loved your beauty with love false or true,
But one man loved the pilgrim soul in you,
And loved the sorrows of your changing face;

And bending down beside the glowing bars,
Murmur, a little sadly, how Love fled
And paced upon the mountains overhead
And hid his face amid a crowd of stars.

Blue and blue : un’antologia di poeti anglo-irlandesi-americani (Sometti, 2000)

Rita Greco – Senza titolo

Si danno le spalle per tutto il giorno
ognuno intento al proprio solco
marciando risoluti al soldo del dovere.

La sera li chiude allo stesso tavolo
più dei coltelli che sminuzzano il cibo
sono armi gli occhi che guardano nel piatto.

Solo di notte resiste una traccia
quando lui nell’istante
in cui riemerge nel sonno
trovandola
la abbraccia.

La gioia delle incompiute (Giuliano Ladolfi Editore, 2021)

Joy Harjo – For calling the spirit back from wandering the Earth in its human feet

Put down that bag of potato chips, that white bread, that bottle of pop.
Turn off that cellphone, computer, and remote control.
Open the door, then close it behind you.
Take a breath offered by friendly winds. They travel the earth gathering essences of plants to clean.
Give it back with gratitude.
If you sing it will give your spirit lift to fly to the stars’ ears and back.
Acknowledge this earth who has cared for you since you were a dream planting itself precisely within your parents’ desire.
Let your moccasin feet take you to the encampment of the guardians who have known you before time, who will be there after time. They sit before the fire that has been there without time.
Let the earth stabilize your postcolonial insecure jitters.
Be respectful of the small insects, birds and animal people who accompany you.
Ask their forgiveness for the harm we humans have brought down upon them.
Don’t worry.
The heart knows the way though there may be high-rises, interstates, checkpoints, armed soldiers, massacres, wars, and those who will despise you because they despise themselves.
The journey might take you a few hours, a day, a year, a few years, a hundred, a thousand or even more.
Watch your mind. Without training it might run away and leave your heart for the immense human feast set by the thieves of time.
Do not hold regrets.
When you find your way to the circle, to the fire kept burning by the keepers of your soul, you will be welcomed.
You must clean yourself with cedar, sage, or other healing plant.
Cut the ties you have to failure and shame.
Let go the pain you are holding in your mind, your shoulders, your heart, all the way to your feet. Let go the pain of your ancestors to make way for those who are heading in our direction.
Ask for forgiveness.
Call upon the help of those who love you. These helpers take many forms: animal, element, bird, angel, saint, stone, or ancestor.
Call your spirit back. It may be caught in corners and creases of shame, judgment, and human abuse.
You must call in a way that your spirit will want to return.
Speak to it as you would to a beloved child.
Welcome your spirit back from its wandering. It may return in pieces, in tatters. Gather them together. They will be happy to be found after being lost for so long.
Your spirit will need to sleep awhile after it is bathed and given clean clothes.
Now you can have a party. Invite everyone you know who loves and supports you. Keep room for those who have no place else to go.
Make a giveaway, and remember, keep the speeches short.
Then, you must do this: help the next person find their way through the dark.


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