L’indebolimento del Parlamento

Per la rassegna #PoliticaMente, una breve analisi sul progressivo e inarrestabile indebolimento del ruolo del Parlamento, avvenuto da almeno gli anni ’90 in poi.

Visto lo stato di confusione semantica generale, parto dalle basi:

“La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.”

Articolo 70 della Costituzione

Tutto chiaro, no? Immagino di sì però, scavando ulteriormente nell’ovvio, chiarisco che, per assicurare l’equilibrio tra i poteri, la funzione legislativa viene condivisa con altre istituzioni (come il Governo, ad esempio). Ora, il punto è: perché, da almeno una decina d’anni, i ruoli si sono invertiti? Infatti, sempre di più, si è spostato l’asse dell’attività legislativa dal Parlamento al Governo. Un processo che è cominciato da metà anni ’90, con B e che, dal 2000 in poi, ha continuato la sua marcia gloriosa indossando tutti i colori politici. L’indebolimento del ruolo del Parlamento ha radici lontane: l’implementazione dell’agenda politica governativa. Per carità, nulla di male in questo: se vengo votato per un programma politico, dovrebbe essere mio dovere attuarlo. Inoltre, se a questo aggiungi che i decreti attuativi sono il buco nero di ogni legislatura, va da sé che l’azione del governo viene pesantemente diluita.
Peròperòperò… come la mettiamo con chi non è stato votato? Deve subire e basta? Ma qui, signore e signori, arriviamo al cuore della democrazia: il governo della maggioranza, nel rispetto della minoranza. Io, tra la governabilità e il rispetto della minoranza, scelgo sicuramente il secondo principio! Ecco perché, care le mie anime belle renziane, in tanti/e abbiamo considerato fascista, la riforma costituzionale del 2016: perché accentrava ancora di più il potere legislativo. Il che la dice lunga anche sul senso della democrazia dei cosidetti “liberali“…

Info utili sull’indebolimento del Parlamento

In conclusione, prima del solito elenco di risorse utili, il mio invito è a riflettere su un fatto: già in condizioni normali, in Parlamento decidono in pochi. L’indice di produttività parlamentare, evidenzia come siano i parlamentari in posizioni chiave (capo-gruppo, o Presidente di Commissione) ad incidere maggiormanete sull’attività parlamentare. Parliamo del 10% dei membri di Camera e Senato, per capirci. Se a ciò aggiungiamo il numero esiguo di elettori ad ogni elezione e la normale attività di lobbyng in Parlamento, capisci come a comandare i giochi siano in pochissimi. E non menziono l’iniqua redistribuzione del reddito, perché altrimenti ti trasformi in “Napalm51“… Come sempre, sottovoce, come piace a noi, un elenco di risorse e contenuti utili, per comprendere meglio l’indebolimento del ruolo del Parlamento italiano:

4 commenti
  1. M∆B
    M∆B dice:

    A quanto scritto sopra, va aggiunto un altro tassello per capire come il processo decisionale sia gestito da pochi: la riforma delle province. Per i beati, faccio notare che le province esistono ancora e svolgono pure funzioni importanti. Una conseguenza di quella scellerata riforma è stata che, mentre prima sceglievamo chi mandare nel consiglio provinciale, ora lo scelgono i consiglieri comunali e i sindaci. Trovi un approfondimento al link.

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