Per la rassegna #PoliticaMente, propongo una breve analisi sulla storia delle migrazioni nel mondo occidentale. Il tutto corredato, come sempre, da dati, risorse e guide.
Questo post è il primo di una serie che dedicherò alla questione delle migrazioni, cercando di portare un po’ di ragionevolezza ad un dibattito ultra-consumato. Parto da un dato semplice e banale: i flussi migratori sono sempre esistiti, sempre esisteranno e sempre dovranno essere gestiti razionalmente. Penso che su questa banalità siamo tutti/e d’accordo, no?
Da ciò consegue una notizia per i/le radical-chic dei #PortiAperti, #FateliSbarcare, #NoBorder, eccetera: non è con l’accoglienza-senza-se-e-senza-ma che si può risolvere una questione così complessa. “Aprite i porti” è come gettare cibo in terra e dire “scannatevi”: vinceranno i più forti e i più deboli periranno prima, o durante… ma tanto non li vedrete e vi sentirete migliori comunque.
Partendo dall’ovvio, notiamo poi come, lungo tutta la storia delle migrazioni, si riscontrino sempre tre cause di viaggio: le guerre; l’iniquità nella redistribuzione del reddito (per gli espertoni: la povertà) e, in tempi relativamente più recenti, la cultura. Tralasciando la terza causa, che non è interessante per questa mia narrazione, va evidenziato come la prima e la seconda causa rimangano, tutt’oggi, le più importanti. Attenzione: il termine “guerre” include in sé il colonialismo, quindi la volontà di conquista. Però, mentre fino alla seconda metà del ‘900 si migrava per conquistare territori e relative risorse, da lì in avanti si è emigrato più per iniquità redistributiva. Problema, che si può analizzare da due lati: o dal lato di chi emigra, quindi dal lato della povertà; o dal lato di chi ne trae utilità, quindi dal lato della manodopera a basso costo. Al centro ci sono sempre i poveracci.
Da ciò consegue un’altra notizia, questa volta però per il bacchettone di destra dei #PortiChiusi, #BlocchiNavali, #SbarchiZero, eccetera: che emigrino per guerre, o per povertà, i migranti sono persone che vanno aiutate con razionalità. La reazione al buonismo non può essere il cinismo ottuso. Punto.
Storia delle migrazioni occidentali: guide, risorse e info utili
Va chiarito che le migrazioni e le colonizzazioni non sono state solo occidentali, anzi: basta guardare la lista degli imperi per estensione, per rendertene conto. Però, le migrazioni occidentali hanno avuto una particolarità: avvenivano soprattutto via mare, mentre quelle cinesi (in cui comprendo quelle mongole), persiane, ottomane e via discorrendo, avvenivano principalmente via terra. L’impero britannico è stato la massima espressione del colonialismo occidentale di tutti i tempi (romani compresi) e, mia opinione personale, penso che l’odierna potenza americana ne sia una continuazione. L’argomento è vastissimo, quindi ho scelto giusto degli spunti, utili a capire come sono state gestite nei tempi le migrazioni. Di seguito:
- Dalle migrazioni all’invasione: Adrianopoli 378 DC (sulla gestione dei flussi migratori nell’antica Roma);
- SlaveVoyages.org (archivio digitale straordinario, sulla tratta degli schiavi neri tra Africa e Americhe);
- mappa interattiva della tratta di schiavi neri nella rotta atlantica dall’Africa, dal 1545 al 1860;
- the 1619 project (interessantissimo progetto editoriale del NYT, sull’arrivo della prima nave negriera in Nord-America – Virginia, per l’esattezza – che portava con sé tra i 20 e i 30 schiavi neri. Interessante, soprattutto perché tenta di riscrivere la storia americana, retrodatandone la nascita al 1619);
- colonialismo e cooperazione delle élite locali (post in cui si trovano stralci dell’istruttiva storia della colonizzazione inglese della Cina e dell’India);
- la mano invisibile che affida la sovranità ai liberi mercati (sempre sull’istruttiva storia della colonizzazione inglese della Cina e dell’India);
- come la Loyd Assicurazioni assicurava le navi per la tratta transatlantica degli schiavi;
- la citazione in giudizio, da parte dei discendenti degli schiavi, della Lloyd Assicurazioni.
Storia delle migrazioni da/per l’Italia e del Colonialismo italiano
Per chiudere in bellezza, non poteva mancare un riferimento alla mia cara Italia. In tutta franchezza: noi, con il colonialismo, c’entriamo poco. Ho messo un riferimento solo per onestà intellettuale, ma il dato è un altro. La colonizzazione italiana è stata di tipo commerciale (importando materie prime, di cui non disponiamo, ed esportando manufatti) e, soprattutto, culturale: basta controllare qual è, nel mondo, la destinazione di viaggio più desiderata…
Partendo solo dal Medioevo e tralasciando la storia romana, si può tranquillamente affermare che noi italiani, di emigrati ed immigrati, ne sappiamo qualcosa. Anche in questo caso, l’argomento è vastissimo. Appunto giusto qualche spunto, che ritengo interessante e indicativo:
- tutti i numeri sugli italiani all’estero nel 2018;
- le cause della nuova grande emigrazione italiana;
- quando, nel 1979, la Marina Militare italiana salvo i vietnamiti in fuga da Saigon;
- la gestione italiana degli immigrati albanesi nel 1997, sotto il Governo Prodi: il blocco navale;
- come, il PD, trattava la questione degli immigrati nel 2009;
- dichiarazione di Emma Bonino sulla gestione dei immigrati tra il 2014 e il 2016;
- la gestione degli immigrati, sotto Salvini come Ministro degli Interni: un continuo braccio di ferro con le ONG e un’inutile speculazione da ambo le parti. I casi delle navi Aquarius, Iuventa, Sea-watch, a cui si dovrebbero aggiungere quelli delle navi appartenenti alla nostra Marina Militare: il caso Diciotti e Gregoretti;
- le Repubbliche marinare italiane: una storia bellissima;
- documentario sul colonialismo italiano in Etiopia;
- Amedeo Guillet: il Lawrence d’Arabia italiano.
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