Film visti nel 2019

Come consuetudine, è passato quasi un anno dall’ultimo film al cinema… però, stavolta, ho ripreso col botto: non uno, ma ben tre film in neanche due mesi! Di seguito, una breve recensione per ognuno…

C’era una volta in… Hollywood

Film visto il 24 settembre scorso, presso il multisala The Space cinema di Lamezia Terme. È quasi ridicolo ribadirlo, ma va scritto: Tarantino è uno dei geni viventi del cinema americano. Questo film ne è l’ennesima prova: non tanto perché è un capolavoro, ma perché è cinefilia pura. Ci troviamo di fronte ad un meta-Tarantino: Quentin si sta trasformando e questo film rappresenta il suo sguardo su sé stesso… che poi vuol dire su Hollywood, perché lui ne è tra i custodi più importanti. Da una parte Cliff Booth e dall’altra Rick Dalton/Sharon Tate, sono i due occhi di Tarantino e incarnano le anime immortali del cinema americano. Questo film possiede svariati livelli di lettura, ma mi limito a due osservazioni: 1, Tarantino sta riformando il genere del film storico e mi piace questo mix di dettagli maniacali, realismo quotidiano e finali trasformati; 2, per chi volesse comprendere meglio il film, consiglio la lettura di questo libro e relativo documentario.


La mafia non è più quella di una volta

Docufilm visto il 13 novembre scorso, presso il Chiostro San Domenico di Lamezia Terme, per la rassegna LIFF. Maresco ci aveva abituato al mix di cinismo e ultra-trash, fin dai tempi della ditta messa in piedi con il sodale Ciprì. Tutto rimasto immutato anche per questo lungometraggio, dove va in scena la fascia più povera e debole della società palermitana. Il pretesto è la commemorazione delle morti di Falcone e Borsellino, con l’acuta ironia di Maresco (unita ad una grande destrezza nell’improvvisare con la telecamera) che infierisce su una situazione pietosa. A distanza di 25 anni dalle stragi di Capaci e Via d’Amelio, il ricordo si è trasformato in una macchietta dove, anche chi con l’anti-mafia non vuole avere nulla a che fare, canta canzoni sulla vita dei due magistrati. A bilanciare questo squallido cinismo, per fortuna di Maresco, lo sguardo disincantato e dolcissimo della fotografa Letizia Battaglia. Fatto altrimenti, sarebbe stato un docufilm mediocre e invece, è un buon docufilm d’intrattenimento.


Psicomagia: un’arte che guarisce

Documentario visto il 14 novembre scorso, sempre presso il Chiostro San Domenico di Lamezia, sempre per la rassegna LIFF. Scrivo subito che non mi è piaciuto. Io voglio bene a Jodo, che considero uno dei miei numi tutelari, ma non ho capito il senso di mostrarci in video i suoi atti psicomagici. Perché mostrarci in video, con tutta la volgarità che l’immagine si porta dietro, un’esperienza che può essere vissuta solo a pelle? Fin quando Alejandro ci ha illuminati, spiegandoci i meandri della psicomagia per apririci l’anima, passi… ma farci guardare gli atti nudi e crudi, quindi per pura via intellettuale, è una tortura! E io non mi sono sentito mai torturato da Jodo 🙂

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