Mostra visitata il 22 febbraio al Chiostro del Bramante di Roma, con un certo scetticismo. Ho pensato: “ecco l’ennesimo curatore, che vuole dare sfogo alle sue manie artistiche represse!” e invece no.
La mostra è stata ragionata e allestita bene: l’intenzione del curatore, Danilo Eccher, è di mettere in contatto il pubblico con la propria parte onirica, attraverso un suggestivo percorso nell’arte contemporanea più valida. Suggestivo, anche perché hai un’audio-guida che ti accompagna lungo tutti gli ambienti in cui si snoda il percorso, ma non descrivendo le opere, bensì “emozionando” la mostra attraverso vari racconti poetici.
Non entro nei dettagli della mostra (per chi vuole approfondire, li trova al link) ma mi limito a indicare cosa non mi è piaciuto e cosa si. Non mi hanno convinto:
- la stanza numero 3. L’ho trovata raffazzonata e caotica;
- il rumore, veramente eccessivo, proveniente da un’ala del Chiostro dove organizzano eventi. Per carità, a me fa piacere che il Chiostro organizzi eventi, però non è possibile, soprattutto in una mostra come questa dove l’atmosfera è tutto, che all’improvviso escano da una porta decine (!) di persone festanti e urlanti;
- le voci dell’audio-guida. Con tutto il bene: già è difficile osservare con attenzione le opere e, contemporaneamente, ascoltare le parole in cuffia, ma almeno metti una, al massimo due belle voci narranti, altrimenti il sogno si trasforma in un incubo. Poi, a volerla scrivere tutta, le voci non erano granché.
Invece, a parte chi già conoscevo, mi hanno colpito:
- Laura Asia e Chloe’s world di Jaume Plensa (statue capolavoro!);
- Suspended tree di Henrik Håkansson;
- Light is time di Tsuyoshi Tame (wow!);
- Untitled di Anselm Kiefer;
- Untiteld di Peter Kogler (wow!);
- Time sky di Tatsuo Miyajima;
- Sensing thought di James Turrel (wow!).
Lascia un commento