Don’t Worry

 

Film visto il 1° settembre scorso, al cinema Eden (Roma, quartiere Prati). Un altro film dopo neanche due mesi… ottimo, per due motivi: uno, l’esperienza “d’u cinematografu” mi fa sempre piacere; due, è stato un gran bel film.

“Don’t worry, he won’t get far on foot” si basa sulla storia di un personaggio proprio-niente-male: John Callahan, fumettista americano dalla storia straordinaria, soprattutto perché era una storia che poteva finire malissimo, ma non entro nei dettagli. Scrivo soltanto che questa è una storia di redenzione e questo film mostra la banalità della redenzione… e del miracolo, aggiungo io. Gus Van Sant lo avevo già apprezzato in Milk, perché aveva reso bene la storia di Harvey Milk ritraendolo senza eccessi, ma semplicemente per ciò che era, con i suoi pregi e i suoi difetti. Lui, insieme a Damien Chazelle e Iñárritu (Aronofsky, in parte), stanno creando una scuola americana di “realismo cinematografico” degna di nota, perché riesce a prendere le distanze sia dagli eccessi pessimisti del neorealismo (nelle sue varie declinazioni), che dagli eccessi ottimsti del cinema americano medio.

Sempre a proposito di John Callahan, è interessante segnalare come, oltre ai fumetti satirici, abbia anche prodotto un album, Purple Winos in the Rain, in cui è contenuta una canzone incredibile: Suicide in the fall, che si apprezza ancora meglio ascoltandola con il testo.


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