Recriminazione

Credits: Ξ8Δɱ, 2018_05_18, “Linee blu su MadamaLucrezia”, Roma

Chissà se ci rincontreremo…
chissà se ci riabbracceremo…
perché tutto è diventato così…
perché questi pensieri sono sassi!
Il tempo scorre e non sembra vero:
perché non riesco a pensare a quanto sei stato sincero?
A quante volte mi hai aiutato?
A quante volte IO mi sia sbagliato?
Non c’è niente da fare:
i ricordi mi continuano ad ingannare!
Sento solo i tuoi sbagli e le parole,
più quelle non dette,
che quelle fatte…
Questa schiena comincia a far male:
sembrava che tante ne avrebbe potuto sopportare.
Ma ora lascio stare
e ascolto me stesso, che è meglio,
così, finalmente, non mi accorgerò solo del peggio.
Questa volta starò attento al mio mare
e i miei pensieri ritorneranno felici:
continueremo in bellezza a suonare,
senza rimpianti, senza paure,
come due antichi amici.

***

Scritta il 20 giugno 2009, il giorno dopo una serata dal sapore strano, mai provato prima: per caso, mentre ero in giro, mi ritrovo con questo mio amico con cui ne abbiamo passate di cotte e di crude. Un amico fraterno, insomma. D’improvviso, lo sento estraneo (lui non ho idea che sensazione abbia avuto): c’eravamo allontanati a causa di una brutta storia, ma ci eravamo lasciati tutto alle spalle… o almeno così credevamo. In realtà, quella sera, mi sono accorto con certezza che eravamo diversi: volevamo cambiare le cose e, alla fine, le cose avevano cambiato noi; chi in un modo, chi in un altro. Ormai ci vediamo sporadicamente, ma nutriamo un profondo rispetto reciproco ed è sempre come se ci fossimo visti il giorno prima. All’epoca attribuii quella situazione al Mr. Livore che è in me e questo componimento, un po’ ingenuo, fu ciò che ne venne fuori.

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