L’esistenza è irriducibile all’idea di diritto che non esiste di per sé. Se il valore intrinseco di un diritto dipende dalla benevolenza di altri, che possono riconoscerlo o negarlo, è un valore ben misero. Ogni essere umano, di per sé, ha solo doveri. Se fosse solo sulla terra, avrebbe comunque doveri rispetto a sé, alla terra. Se fossero in due avrebbero doveri rispetto a sé, alla terra, ognuno all’altro. Il dovere esplicato nei confronti dell’altro è il diritto dell’altro. Pensare che ad un diritto corrisponda un dovere è una sciocchezza. Pensare che i diritti esistano di per sé è demagogia. Il concetto di dovere e il concetto di diritto appartengono ad ordini diversi. Il diritto è subordinato al dovere esistendo solo come conseguenza dell’esplicazione dello stesso. Ben triste il tempo che identifica il piacere del vivere, la sua meraviglia, nella fuga da ogni dovere e se quel tempo è anche sciocco glorificherà il diritto. Ben triste il tempo che riduce la vita a colpa, espiazione, eterno lutto. Più facile vivere tra gli sciocchi, che tra i fustigatori. È che, a ben vedere, sono gli sciocchi che preparano il tempo dei fustigatori e i fustigatori allevano gli sciocchi.
Passo dal libro “Reduce”, di Giovanni Lind Ferretti (2006, Arnoldo Mondadori Editore, pag. 98-99)
Mi illuminò quando lo lessi, soprattutto per la sua ovvietà, perché di solito pensiamo a tutto ma mai all’ovvio, che è la parte più importante. Con la conseguenza che cominciai a guardare con sospetto chiunque parlasse di diritti con veemenza, politicanti e non. Sia nel micro che nel macro, spesso i diritti vengono utilizzati per effettuare una operazione “cosmetica” atta a nascondere altri interessi. Bisogna stare molto attenti a chi parla di diritti, senza citare prima i doveri grazie a cui i diritti riescono ad esistere.
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