Ne ho scritto anche qualche giorno fa, sul Jobs Act e sulle sue conseguenze “reali”. Però, c’è un dato importante sulla votazione che ne ha sancito l’approvazione alla Camera e che non va dimenticato: oltre il 40% dell’Aula ha rifiutato la responsabilità politica sul provvedimento. È importante ricordarsi questa votazione e i nomi di chi se n’è lavato le mani. Ma non per vendetta.
Soprattutto per non essere presi per i fondelli quando, tra vari mesi, tutti si schiereranno contro questo provvedimento. Deve essere chiaro che uscire dall’aula non equivale a votare contro! Questo è il solito comportamento da Don Abbondio. Se all’appello mancavano oltre il 40% dei Deputati, un motivo c’è. Allora che senso ha la strategia che mira a far saltare il numero legale per l’approvazione? Non sarebbe stato più incisivo votare contro un provvedimento che si ritiene ingiusto? E mi riferisco anche ai Deputati del PD. Su una trentina di oppositori interni, solo due si sono presi la responsabilità di votare contro: Pippo Civati (finalmente!) e Luca Pastorino. Per non parlare dell’opposizione: gli unici a rimanere compatti sono stati SEL e M5S. La logica dovrebbe essere che io cittadino voto te politico, per prenderti responsabilità chiare e decise, soprattutto su temi delicati come il mercato del lavoro. Ah, dimenticavo: ormai neanche scelgo chi votare. Che sbadato…
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