L’altro ieri sera al Rock in Roma. Il video che vedi sopra riprende l’inizio del concerto… wow! Scrivo solo che è stato il secondo migliore inizio di concerto di tutta la mia vita (il primo rimane Robert Fripp al G3 del 2004). Come mi è sembrato?
Alcune riflessioni sparse:
- sono tutti valenti musicisti. Se è vera la massima per cui, chi riesce a riprodurre fedelmente dal vivo quanto fatto in studio, è bravo, posso affermare che i QOTSA lo sono. Ma tanto bravi. Tra l’altro la loro musica non è proprio semplicissima;
- in alcune parti ho notato che lo show era molto… “show”. Alcune cose sembravano troppo recitate a memoria;
- sarà che sono alla soglia dei 33 anni, ma in certi momenti mi scocciava la troppa veemenza gratuita. Capiamoci: ho pogato per buona parte del concerto. Ma, in certi momenti, ho avuto la sensazione netta che non c’entravo ‘na minchia. Forse comincio ad apprezzare di più la modalità cervellotica di godersi un concerto;
- con tutti i nomi che si potevano trovare, perché questa rassegna si chiama “Postepay Rock in Roma”? Con tanto di hostess che ti chiedono all’entrata se vuoi fare la tua prepagata Postepay Rock e, ai due lati del palco, dei bei cartelloni ritraenti delle enormi riproduzioni della suddetta prepagata… tristezza! Non che non mi renda conto che dietro qualsiasi cosa c’è un business, ci sono persone che devono essere pagate, etc. Così è e così sempre sarà. Però, un po’ di sano marketing! Anche dietro il “Heineken Jammin Festival” ci sono giri di soldi… ma vuoi mettere una birra con una carta Visa? 😉
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